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Il segmento testuale Piero Brandimarte è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 636

Brano: [...]ubito duri colpi, la classe operaia torinese aveva dimostrato di saper resistere all’assalto, tanto che il fascismo a Torino non aveva sostanzialmente attecchito. Ma dopo la conquista del potere i fascisti torinesi videro l’occasione di una rivincita.

I* 17 dicembre venne aggredito il tranviere comunista Francesco Prato, che si difese a rivoltellate. L’indomani, dalla sede del fascio di Torino partì la squadra d’azione “Toti”

capeggiata da Piero Brandimarte (v.), che sequestrò e assassinò il comunista Carlo Berruti (v.), segretario del Sindacato ferrovieri. Con la stessa tecnica, sequestro ed esecuzione, i fascisti assassinarono Cesare Pochettino, il tranviere Matteo Chiolero, il fuochista Erminio Andreoni, l’operaio della FIAT Matteo Tarizzo, Evasio Bocchio, Leone Mazzola, Giovanni Massaro, Andrea Chiomo. Inoltre i fascisti diedero alle fiamme la Camera del lavoro e uccisero barbaramente l’anarchico Pietro Ferrerò, segretario della FlOM, il cui corpo fu legato a un camion e trascinato per le vie di Torino. Angelo Quintagliè, un collega di Berru[...]

[...]izzo, Evasio Bocchio, Leone Mazzola, Giovanni Massaro, Andrea Chiomo. Inoltre i fascisti diedero alle fiamme la Camera del lavoro e uccisero barbaramente l’anarchico Pietro Ferrerò, segretario della FlOM, il cui corpo fu legato a un camion e trascinato per le vie di Torino. Angelo Quintagliè, un collega di Berruti che aveva protestato per l’assassinio del suo compagno di lavoro, subì la stessa sorte. Nessuno degli assassini venne arrestato. Anzi Piero Brandimarte e Cesare Maria De Vecchi, capo dello squadrismo torinese, ottennero pubblici riconoscimenti per le loro gesta.

La crisi del 1924

Gli anni tra l’ottobre 1922 e il gennaio 1925, che precedettero la trasformazione del fascismo in regime, furono di « interregno istituzionale », caratterizzati da contrasti all'interno dello stesso partito fascista. Tra il 1923 e il 1924 si ebbe il fenomeno dei capi fascisti locali che, cumulando cariche politiche e militari, si diedero a spadroneggiare nelle provincie con il sostegno delle loro personali squadre d’azione, tenute in vita anche dopo l’istituzi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 40

Brano: [...]ata da squadre nazionaliste e fasciste. Nell’aprile 1921, con la connivenza delle autorità e della forza pubblica, la birreria, il teatro e la biblioteca furono bersaglio di spedizioni punitive. Nel corso del 1922 furono presi di mira gli spacci alimentari in città e in provincia, e il 18.12.1922 fu saccheggiata e incendiata la sede centrale: in quella stessa notte saranno seviziati e uccisi dai fascisti delle squadre di Cesare Maria De Vecchi e Piero Brandimarte alcuni dei più noti dirigenti sindacali torinesi, tra

i quali l’amministratore dell’A.C.T. Carlo Berruti (v.)

Prendendo pretesto da quelle stesse violenze di cui le organizzazioni operaie erano state vittime, le autorità fasciste decretarono lo scioglimento degli organi dirigenti delle società alleate nell’A.C.T., ne abolirono le diverse istituzioni, sciolsero l’A.G.O. (23.1.1923) affinché venisse ricomposta su nuove basi dopo averne trasformato la sede in Casa del fascio e poi in sede dei sindacati fascisti. Il nuovo Consiglio di amministrazione, nominato con decreto prefettizio, fu po[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 87

Brano: [...]quello di conte di Val Cismon.

Fondatore di squadre fasciste in Piemonte, prima della marcia su Roma capeggiò numerose spedizioni punitive. Deputato fascista alla Camera, è passato alla storia per aver volgarmente insultato, il 16.

11.1922, il presidente della stessa Enrico De Nicola e per aver definito i deputati cattolici « cialtroni e castroni ». Nel dicembre 1922, dopo gli assassinii e le altre violenze perpetrate a Torino dal fascista Piero Brandimarte (v.), ricevette dal suo partito l’incarico di organizzare nella città le file del fascismo, assai scosse dalle energiche reazioni popolari e dell’opinione pubblica.

Nel giugno 1929, dopo la ratifica dei Patti Lateranensi, De Vecchi fu nominato ambasciatore presso la Santa Sede e per l’occasione ricevette da Pio XI la decorazione detta dello « Speron d’oro ».

Nel conferirgli la decorazione, il Papa ebbe a dirgli: « Parlando di novità di rapporti così felicemente iniziati, lo diciamo, signor Conte, con riguardo particolare alla Sua persona, lieti che questa novità di cose si inizi e prend[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 108

Brano: Dissidentismo

e che si mantenesse, nel diritto e nel fatto, l’eguaglianza di tutti gli italiani davanti alla legge e al regime.

Allorché, nell'ottobre 1922, i fascisti torinesi capeggiati dal console della milizia Piero Brandimarte (v.) perpetrarono quella che sarebbe passata alla storia come la strage di Torino, Massimo Rocca e Mario Gioda portarono sulla tomba del comunista ucciso Carlo Berruti (v.) una corona di fiori e un biglietto con la scritta: « All’amico d’infanzia caduto in campo avverso ».

Massimo Rocca continuò la sua battaglia contro Cesare Maria De Vecchi (v.), Brandimarte e altri gerarchi esaltatori della violenza sino a quando, in seguito a una campagna da lui condotta per la revisione e l’epurazione del partito fascista, culminata in una lettera aperta indirizzata a Roberto Farinacci e pubblicata sui[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 468

Brano: [...]rati (1923).

Fu corrispondente da Parigi della “Tribuna illustrata” e, nel 1924, fondatore del periodico Le grandi firme, “Quindicinale di novelle dei massimi scrittori”, cui collaborarono tra gli altri Luigi Pirandello e Massimo Bontempelli.

Nel 1929, grazie a un clamoroso processo intentatogli per presunte ingiurie a Benito Mussolini (ma in realtà dovuto alla macchinazione di un’amante tradita, in combutta con il noto squadrista torinese Piero Brandimarte), dal quale uscì peraltro assolto, Pitigrilli potè ammantarsi di un’aura di perseguitato antifascista. Forse per porsi al riparo dalla vendetta di Brandimarte, da quel momento il brillante scrittore “anticonformista” si vendette all’Ovra (v.).

La spia n. 2 del regime

Secondo la definizione di Emilio Lussu, il Pitigrilli fu la « spia del regime numero due » (dovendosi attribuire il primato, nello stesso ruo

lo, a un altro abilissimo delatore: l’avvocato Carlo Del Re). In effetti, per lunghi anni lo scrittore torinese seppe avvalersi del credito acquistato presso alcuni esuli in

Fra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 94

Brano: Torino

Il console Piero Brandimarte (v.) passa in rivista un reparto della Milizia universitaria fascista (Torino, anni Trenta)

base popolare relativamente larga. A Torino le masse non erano certamente fasciste (salvo gruppetti minoritari, esistenti anche nelle fabbriche) , ma neppure schierate con l’antifascismo militante che, in quel periodo, rimaneva ancor più minoritario. Prevaleva in esse un atteggiamento di acquiescenza, con un sottofondo di diffidenze e, diciamo così, di “non amore” verso il regime: ma nulla più. Perfino quando, nel novembre del 1930, si ebbero a Torino manifestazioni di disoccupati, queste (lo dichia[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Piero Brandimarte, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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